L’articolo discute le implicazioni legali della morte di un convivente more uxorio riguardo al diritto di abitazione nella casa familiare. Si evidenzia come, a differenza dei coniugi, il convivente superstite non abbia automaticamente diritto alla permanenza nell’immobile, a meno di testamento o altri titoli legali. La sentenza della Cassazione del 2017 sottolinea i limiti della protezione legale per le coppie di fatto, contrapponendo la situazione alla tutela più ampia prevista dalla legge sulle unioni civili (76/2016), che però non era applicabile al caso specifico. In sostanza, l’articolo illustra la precarietà della posizione del convivente more uxorio rispetto alla casa condivisa in caso di decesso del partner proprietario.